Omelia del mercoledi, 16 gennaio 2019
1 Cor4, 9-14 / Salmo 125 / Matteo 10, 16-22
Cari fratelli, oggi celebriamo i Protomartiri Francescani
Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto. Secondo Tomaso da Celano (1 Celano
56), Francesco aveva il desiderio del martirio. Nel 1212, sei anni dopo la sua
conversione, voleva andare in Siria per predicare il Vangelo agli infedeli ma il
vento portò la nave in Dalmazia, allora tornò ad Assisi. Poi, andò in Spagna con
lo stesso desiderio, ma a motivo di una improvvisa malattia, tornò ad Assisi.
Nel 1219, inviò 6 frati in Marocco per predicare il Vangelo al Miramolino
(Emir-el-Mumenin), cioè al sultano di Marocco che si chiama Mohamed-ben-Naser
mentre lui insieme a fra Illuminato, partirono per la Siria in vista di
visitare la Terra Santa e incontrare il sultano di Egitto. Dall’Italia, i 6 frati
si recarono in Spagna, ma Vitale il capo del gruppo, tornò indietro a causa
della malattia. Altri cinque frati proseguirono il loro cammino sotto la guida
di Berardo. Predicarono nella moschea, nella città di Siviglia in Spagna,
In seguito, furono presi e messi in prigione dal Miramolino di Siviglia e furono
condannati alla decapitazione. Però, avendo sentito che avevano il desiderio di
andare in Marocco, li lasciarono prendere l’imbarcazione con il divieto di
predicare la fede in Cristo. Al contrario, appena che furono arrivati in
Marocco, nell’attuale città di Marrakesch, predicarono il Vangelo. Quando il
Sultano Mohamed-ben-Naser venne a sapere la loro predicazione, li mise in
prigione per 20 giorni, senza cibo né bevanda. Il giorno del processo, furono
condannati e il sultano li uccise di sua mano il 16 gennaio 1220.
Quando Francesco ebbe la notizia disse: "Ora
posso dire che ho veramente cinque Frati Minori". L'infante portoghese Don Pietro Fernando,
fratello del re (Alfonso II) che era stato compagno di viaggio verso l'Africa e
che fu testimone degli avvenimenti, fece costruire due casse d'argento di
differente grandezza. Nella più piccola vi depose le teste, mentre nella più
grande i corpi dei martiri. Tornando in Portogallo, portò con sé le preziose
reliquie, che destinò alla chiesa di
Santa Croce di Coimbra, ove sono ancora oggi, e sono
oggetto di venerazione. Tale esperienza fece maturare in Sant’Antonio da
Lisbona (da noi conosciuto come Antonio di Padova) l’idea di passare
dall’Ordine dei Canonici Regolari ai Frati Minori.
Vennero canonizzati
da papa Sisto IV, il 7 agosto 1481,
con la bolla Cum alias. In
questa bolla, il papa scrive: "Abbiamo
concesso con Benevolenza e con l’Autorità apostolica, con sentenza
indiscutibile che i predetti frati dell’ordine Minore possano pubblicamente e
solennemente celebrare nelle loro chiese le messe e l’ufficio delle ore
riguardo ai santi Martiri sopra ricordati" (Berardo, Pietro, Ottone, Accursio e
Adiuto).
Prima di andare in missione, Francesco li ammonì di
essere pazienti. È anche questo il messaggio della parola di Dio che abbiamo
ascoltato oggi. Gesù ammonisce i suoi discepoli ad essere perseveranti perché
"chi persevererà sino alla fine sarà salvato" (Mt 10, 22). Spetta a noi
valutare la qualità della nostra perseveranza.
Che per l’intercessione dei santi Berardo, Ottone,
Pietro, Accursio e Adiuto, i primi martiri dell’Ordine Serafico, il Signore ci
dia la grazia della perseveranza nelle persecuzioni, per la gloria di Dio e per
l’edificazione della chiesa.
Fr
Michael Muhindo,ofm.
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